Le fototrappole sono la risposta moderna a queste domande da esploratori. Piccoli occhi elettronici, nascosti tra foglie e cespugli, pronti a scattare nel momento esatto in cui qualcosa – o qualcuno – passa davanti all’obiettivo. Il bello? Non sai mai cosa potresti catturare.
C’è chi le usa per spiare la vita segreta degli animali selvatici. Un tasso che si gratta la schiena contro un tronco, una volpe che annusa l’aria prima di sparire nel buio, un lupo che cammina silenzioso nella neve. Scene che sembrano uscite da un documentario, ma che invece si svolgono magari a pochi chilometri da casa tua. È il modo più discreto, silenzioso e rispettoso per osservare creature che non si fanno vedere facilmente.
Ma non serve essere nel cuore di una foresta. Molti le piazzano nel proprio orto per capire chi ruba le zucchine o calpesta l’insalata. Spesso si scopre che il colpevole è un riccio affamato, ma non mancano cinghiali, gatti randagi, aironi curiosi e, ogni tanto, anche vicini un po’ troppo intraprendenti. Per chi vive in campagna, le fototrappole sono diventate piccoli alleati contro gli imprevisti notturni.
In città, invece, si trasformano in sentinelle silenziose. Nascoste tra le siepi di un giardino o fissate a un cancello, controllano chi si avvicina a casa mentre tu dormi. Alcuni modelli inviano addirittura le immagini in tempo reale al cellulare. Non solo ladri o intrusi: potresti scoprire che un gatto misterioso si sdraia ogni notte sulla tua sdraio, o che il tuo cane ha una doppia vita da esploratore notturno.
E poi c’è chi le usa per gioco o per pura curiosità. Alcuni appassionati si divertono a posizionarle in posti improbabili: sopra una montagna, dentro un vecchio rudere, vicino a una pozzanghera. Le sorprese non mancano mai. Uno scoiattolo impazzito che fa acrobazie, un gufo che fissa la lente come se sapesse di essere ripreso, un cervo che si mette in posa come un modello.
Anche gli scienziati ormai non possono farne a meno. Le foto-trappole sono strumenti di ricerca preziosi: raccolgono dati, contano animali, tracciano rotte migratorie. Ma la cosa più affascinante è che, grazie a questi occhi digitali, molti animali sono stati “scoperti” proprio mentre nessuno guardava. Una lince, ad esempio, è stata fotografata in una zona dove si pensava fosse scomparsa da decenni.
E poi ci sono i misteri. Le immagini inspiegabili. Quelle che mostrano ombre strane, occhi che brillano nel buio, sagome che sfuggono in un lampo. A volte la spiegazione è semplice, altre volte… resta il dubbio. Ed è anche questo che rende le fototrappole così irresistibili: la possibilità che, da qualche parte là fuori, ci sia ancora qualcosa da scoprire.
In copertina – Fototrappola per fauna selvatica – Modello IR Plus 100° – 20 Mpx